Se ti hanno consigliato di optare per un trattamento di ovodonazione, è possibile che la notizia ti abbia colpito. È naturale, in quanto che implica rinunciare all’uso dei tuoi propri ovociti. Questa situazione produce un sentimento di perdita che viene definito con il termine “lutto genetico” e potrebbe richiedere un tempo per essere accettato.

Per questo motivo, oltre a concederti il tempo necessario, è fondamentale esprimere i tuoi dubbi e le tue preoccupazioni, e se hai bisogno di supporto, chiederlo. Nel nostro centro disponiamo di un’Unità di Donazione e Ricezione di Ovociti formata da un team multidisciplinare di medici, biologi, infermieri, genetisti e psicologi che offre questo servizio.

Ogni caso è diverso, ma ci sono aspetti chiave che, in linea di massima, riguardano tutte le donne che intraprendono questo trattamento. Per questo motivo, abbiamo chiesto a Sandra García Lumbreras, responsabile dell’Unità di Psicologia del nostro centro, e alle dottoresse Marina Solsona ed Elisabet Clua, esperte in riproduzione assistita presso Dexeus Mujer, di rispondere in questo post ad alcune domande frequenti che solitamente ci pongono le pazienti.

Qual è il tasso di gravidanza in questi casi?

Il tasso di successo dei trattamenti che vengono effettuati con ovociti donati è molto più alto rispetto a quello di una fecondazione in vitro (FIV) con ovociti propri, poiché gli ovociti provengono da donne giovani tra i 18 e i 35 anni, quando gli ovociti sono di maggiore qualità, migliorando così una delle cause più frequenti di sterilità o infertilità. Tuttavia, se vuoi sapere quali probabilità reali hai di ottenere una gravidanza che arrivi a termine, la cosa migliore è sottoporti a una valutazione individuale.

Quali informazioni posso conoscere sulla mia donatrice?

Si sceglie sempre una donatrice con caratteristiche fisiche simili a quelle della ricevente. Tuttavia, poiché la donazione è un processo anonimo, vengono forniti solo l’età e il gruppo sanguigno della donatrice. Allo stesso modo, alla donatrice non verrà fornita alcuna informazione della ricevente.

Quali esami vengono effettuati alla donatrice?

Nel nostro centro viene realizzato uno studio molto completo che include una valutazione psicologica, medica e genetica in cui vengono valutati gli antecedenti medici personali e familiari (fino a 3 generazioni precedenti). Gli esami medici consistono in un’esplorazione fisica e ginecologica, un’ecografia vaginale, un Pap test, delle colture vaginali e un’analisi di sangue completa, che include un profilo ormonale, la determinazione del gruppo sanguigno, prove sierologiche (per escludere infezioni come HIV, epatite B e C e sifilide) e test genetici.

Viene effettuato anche uno studio genetico?

Sì, alla donatrice viene realizzato il cariotipo (uno studio per valutare il numero e la struttura dei cromosomi) e un test genetico per individuare i portatori di malattie recessive come, ad esempio: fibrosi cistica, talassemie, sordità congenita, atrofia muscolare spinale, ecc. Questo studio genetico viene applicato sia alla donatrice che al partner maschile (o al donatore di seme, nel caso fosse necessario) e permette di realizzare la selezione della donatrice verificando che entrambi non siano portatori sani delle stesse varianti patogeniche. Pertanto, per la selezione della donatrice si tiene conto non solo della somiglianza fisica ma anche dell’idoneità genetica.

Quali esami dovrò effettuare?

Lo studio iniziale della donna ricevente consiste in un’analisi generale con sierologie (HIV, epatite B e C, sifilide, rosolia, toxoplasmosi, citomegalovirus, varicella) e profilo tiroideo, oltre a un’ecografia ginecologica. Verrà anche aggiornata la revisione ginecologica con Pap test ed esami mammari, se necessario (a partire dai 40 anni o prima in base agli antecedenti familiari). A seconda del risultato degli esami o degli antecedenti medici, possono essere richiesti ulteriori esami come un elettrocardiogramma, uno studio endometriale, ecc.

E il mio partner, quali esami dovrà fare?

Nel caso in cui il trattamento venga effettuato con un partner maschile, gli verrà richiesta un’analisi del sangue che include sierologie e cariotipo, oltre a uno spermiogramma per verificare la qualità dello sperma. Se il risultato di quest’ultimo fosse alterato o l’équipe medica ritenesse necessaria la visita con l’unità di andrologia, il paziente verrà indirizzato per esplorazione e valutazione di esami complementari. Nel nostro centro disponiamo di specialisti in andrologia e un’Unità di salute sessuale maschile.

Quanto tempo può prolungarsi il processo?

Una volta che si dispone di tutta la documentazione e degli esami necessari per avviare la ricerca e la selezione della donatrice, il tempo di attesa può oscillare tra 1 e 3 mesi. Nel nostro centro, il 75% delle pazienti può programmare il transfer di embrioni crioconservati in un massimo di 2 mesi dall’inizio della ricerca della donatrice.

È complicato il trattamento di preparazione endometriale?

Il trattamento di preparazione endometriale per il transfer embrionario consiste in un trattamento ormonale (con estrogeni orali, in gel o cerotti e progesterone vaginale) o in ciclo naturale (con progesterone vaginale). Il tipo di trattamento viene scelto in base alle caratteristiche di ogni paziente (cicli mestruali, antecedenti ostetrici, ecc.). Questo trattamento di solito dura tra 2 e 3 settimane prima del transfer embrionario.

Quanti embrioni potrò trasferire?

Nel nostro programma disponiamo di diverse opzioni (un tentativo, due tentativi, ecc.). In base al tuo profilo e ai tuoi interessi, l’équipe del Programma di ricezione di ovociti ti consiglierà l’opzione che si adatta meglio alle tue aspettative e alla tua situazione riproduttiva.

Consigli di supporto emozionale

Gli studi e l’esperienza indicano che il legame tra la madre e il bambino inizia già dal momento della gravidanza. Dal momento in cui prendi la decisione di iniziare il trattamento, quel figlio sarà tuo e così devi sentirlo. Inoltre, non tutto si riduce alla genetica. Gli studi dimostrano che l’ambiente in cui si sviluppa il bambino e le sue esperienze influenzano l’espressione dei geni. D’altra parte, l’amore che riceve, i valori trasmessi e l’educazione influenzano la sua personalità. Per quanto riguarda la decisione di procedere o meno con l’ovodonazione, concediti il tempo necessario per elaborare il lutto, senza fretta né pressione. Ciononostante, raccomandiamo di non prolungarlo troppo, perché dilazionare la situazione di indecisione può aumentare l’ansia, lo stress emotivo e deteriorare il rapporto di coppia.